Il Dipolo è un elemento base nella costruzione di molti tipi di antenne ed inoltre la misura stessa del guadagno delle antenne è spesso riferita a quella di un Dipolo, il termine dBd indica infatti questo rapporto. Comprendere i parametri tipici che contraddistinguono queste realizzazioni è quindi importante. Ricordiamo inoltre che i dipoli possono essere modificati per ottenere un funzionamento su più bande di frequenze usufruendo di circuiti risonanti in parallelo che interrompono simmetricamente i bracci laterali.
Questa antenna ha inoltre la peculiarità di presentare un basso valore di SWR anche per le armoniche dispari della frequenza principale, ad esempio se il dipolo è progettato per i 5 MHz risulterà accordato anche sui 15 MHz (3° armonica), 25 MHz (5° armonica) e 35 MHz (7° armonica), oltre il rendimento cala notevolmente.
La possibilità di impiego su bande superiori va comunque a discapito del diagramma di irradiazione che risulta completamente distorto, per tale ragione è preferibile optare per un Dipolo Multibanda.
Come mostra il disegno che segue l’antenna è semplicemente composta da due bracci della lunghezza di ¼ d’onda circa, diciamo circa perché l’effetto introdotto dal diametro non nullo del conduttore, filo o tubo metallico che sia, comporta la necessità di accorciare la struttura in una misura variabile tra il 2 ed il 7 % rispetto la lunghezza ideale.
Quantificare questo effetto è l’unica variabile di cui tenere conto nel progettare l’antenna.
Il guadagno è pari a 0 dB oppure, in maniera del tutto equivalente, a + 2.17 dB
L’impedenza al punto di alimentazione è di 73 W mentre la larghezza di banda , assai contenuta, è sull’ordine del 2 % della frequenza centrale.
L’alimentazione è di tipo bilanciato, per utilizzare con cavo coassiale come discesa si deve utilizzare un, in caso contrario il diagramma di irradiazione risulta distorto.
Quest’ultimo presenta due lobi simmetrici con una apertura di 78° a -3 dB.
I nulli sono pronunciati, ma solo per installazioni dal suolo ad altezze di almeno 2 lunghezze d’onda.
Per l’impiego in bande HF i bracci del dipolo possono essere realizzati con un filo in rame di modesto diametro, diciamo 1 mm, adeguato alla maggior parte delle applicazioni anche quando si abbina l’uso di trasmettitori.
Riguardo i sostegni laterali dei fili di nylon fissati tramite isolatori sono la soluzione più semplice ma non certo l’unica, l’importante è che venga garantito l’isolamento elettrico.
Per le VHF - UHF invece l’impiego di tubi metallici si dimostra più pratico a garantire la necessaria solidità svincolandosi dalla necessità di avere degli agganci laterali, del resto le misure lineari dell’antenna sono modeste e consentono ampia libertà nel l’utilizzo dei materiali. In assenza di adattatori di impedenza l’utilizzo come discesa di un cavo coassiale standard da origine a valori di SWR < 1.5:1 del tutto accettabili nell’impiego normale dell’antenna.